Aiere
Me vulesse scetá rimane e vulesse fosse aiere.
Aiere si, quando ‘a mascherina a purtavano solo i dottori.
Aiere si, quando i guanti li indossavamo per le pulizie.
Aiere si , quando i gomiti erano a parte scurdata del corpo e quando ‘o pugno lo usavamo per stringere un calice e brindare alla salute e no a salutá con un pugno.
Aiere si, quando e criature e i giovani a matina jevene a scola senza paura e li dovevi invitare a posare i telefoni e non a prenderli per fare lezione.
Aiere si, mentre cantavo a qualche evento e uscivo fuori a fuma’ sul terrazzo senza continuare li il mio pezzo.
Aiere si, quando il vaccino era per i bambini e per gli anziani e per farlo non dovevano pregare nessuno.
Aiere si, quando mangiavo la pizza seduto in un locale di un amico che mi invitava a raggiungerlo e non si offriva di raggiungermi.
Aiere si, quando i social erano ancora sconosciuti a tanti e le storie le facevi in compagnia e non da solo sul divano.
Aiere si, quando non sapevo fare il pane e non mi interessava farlo ‘o sabato sera a passatempo.
Aiere si, quando le stampanti stampavano ricordi e non dovevi ricordarti di stampare l’autocertificazione.
Aiere si, quando chiamavo il mio barbiere per chiedergli se potevo andarmi a fare la barba e lui mi rispondeva di essere aperto.
Aiere si, quando chiedevamo di che zona sei e no di che colore é la tua zona.
Aiere si, quando pregavo il Signore che qualcosa di bello iniziasse presto e no qualcosa di brutto finisse subito.
Aiere si, quando potevo abbracciarla più forte e non le cantavo da lontano per mesi di abbracciarmi più forte.
Aiere si, quando fotografavo i soggetti per divertimento e non mi fotografavo per noia.
Aiere si, quando non sapevamo la domenica dove passeggiare e non ci dicevano dove non andare.
Aiere si, che al mare addiventave russ e non ci andavi con i bonus.
Aiere si, che scendevi a comprare il giornale ,portavi a spasso il cane o andavi a comprare le sigarette ma non grazie a loro che scendevi.
Aiere si, che il amico Carabiniere doveva chiederti patente e libretto e no arò staje jenno a chest’ora.
Aiere si, quando chi si laureava sceglieva l’abito da indossare per intero e non solo quello che si vedeva dalla webcam.
Aiere si, quando chi si sposava doveva chiedersi se lo voleva e non se poteva.
Aiere si, quando il mio amico musicista aveva più tempo di fare ascoltare musica che di ascoltarla.
Aiere si, quando tua mamma pregava affinché restassi un pòdi più a casa con lei.
Aiere si, quando l’avvocato doveva difendere ‘o mariulo che usava come alibi il dover portare il piatto in tavola.
Aiere si, quando il cameriere si ammazzava di lavoro e non per il lavoro.
Aiere si, che in chiesa ti invitavano al segno di pace e no a sederti un pò più in la.
Aiere si, che sull’autobus sentivi la puzza e ce voleva ‘a mascherina ma tu per fortuna non la contemplavi ancora.
Aiere si, che essere nudi in strada era molto più grave di prendere un caffé al banco.
Aiere si, quando dicevi ti ho visto al bar e no ‘ngopp a Tik Tok.
Aiere si, quando lavoravi poco e dicevi: “vabbé sto mese almeno aggio apparato e spese”.
Aiere si, quando c’erano ancora tante persone care che non ci lasciavano solo un messaggio sul cellulare come ultimo saluto.
Ci sono tante cose che Aiere non conoscevamo.
Aiere si, quando il Virus non esisteva, anzi no quando non ce lo avevano ancora presentato.
Me vulesse scetá rimane e vulesse fosse Aiere si, e vulesse che al posto di mettermi paura, qualcuno che decide per tutti mi aiutasse a combattere ragionando un pò meno egoisticamente e commettendo meno errori.
Me vulesse scetá rimane e vulesse fosse Aiere, in modo tale che tutto non fosse mai stato e fosse assente, senza ‘a paura e rimané in uno Stato Assente.
Aiere si, quando nessuno giocava ancora con la mia liberta, o forse lo faceva ma io non ne sapevo niente ed ero felice.
Di Mauro Mari