Misoginia
Oggi andremo a trattare un argomento molto sottovalutato ai giorni nostri, ma che purtroppo esiste; la Misoginia.
Ma che cos’è la Misoginia?
Il Treccani ci dice:
miṡògino – Di persona che prova una repulsione patologica verso la donna, anche per ciò che concerne i rapporti sessuali, o che ha un’avversione generica, mista a disprezzo, per tutte le donne. Per estens., come agg., di ciò che rivela misoginia: atteggiamento m.; la letteratura m. medievale.
L’atteggiamento del misogino può, quindi, andare dalla semplice discriminazione alla violenza fisica.
Molti intellettuali sono stati riconosciuti come tali. Per qualcuno la misoginia si è manifestata esclusivamente nell’esprimere apertamente posizioni contrarie alla donna e al suo ruolo nella società, mentre per altri si è manifestata un’evidente patologia. Serial killer famosi come Jack lo Squartatore rientrano in quest’ultima categoria, mentre tra gli intellettuali misogini si annoverano spesso filosofi come Schopenhauer o Nietzsche.
MISOGINIA PSICOLOGICA:
La misoginia può nascere da un pregiudizio, per cui le donne sarebbero meno capaci dell’uomo nello svolgere una serie di azioni: alcuni tipi di lavori, ad esempio.
Per alcuni misogini, dunque, la donna deve essere relegata nell’esclusiva condizione di procreatrice, non ha diritto di esprimere pareri o prendere decisioni nel contesto lavorativo o familiare; talvolta, è considerata come una mera “proprietà” dell’uomo.
Alcuni tipi di maniaci sessuali sviluppano una forma di misoginia molto estrema, ben diversa da quella che nasce, cresce e si conclude in un contesto familiare o culturale. Questa misoginia passa per l’annullamento fisico e psicologico della donna, e coinvolge quindi anche la violenza. Jack lo squartatore è probabilmente l’esempio storico più celebre: assassino seriale che ha agito a Londra alla fine dell’Ottocento, di identità tuttora ignota, è stato l’omicida di una serie di donne – tutte prostitute – del quartiere di Whitechapel. Si è supposto, nel ricostruire la sua identità psicologica, che potesse essere un uomo frustrato, con difficoltà relazionali e psichiche originate probabilmente dalla totale assenza di una figura paterna e forse da un qualche evidente difetto fisico.
MA LA MISOGINIA OGGI?
Non è scomparsa, ma ci viene mostrata in altre forme che alcune volte assumono connotazioni violente, altre volte si stratificano nella società alimentando pregiudizi a discriminazioni a più livelli.
Il FEMMINISMO (movimento storico-culturale) rivendica le ingiustizie compiute nei confronti delle donne, ancora oggi denigrate e discriminate dalla società.
Per chiarirci le idee e fare esempi pratici e moderni; la discriminazione sul posto di lavoro è una forma di misoginia, che si manifesta nella disparità salariali oppure nella difficoltà di occupare posizione di vertice rispetto ad un uomo.
Lo è anche pensare che la donna debba dedicarsi esclusivamente alla cura della famiglia: favorire il licenziamento di una donna incinta, non dare supporto o assistenza alle madri, o giudicarne le scelte e i comportamenti sessuali.
Altra caratteristica della misoginia è quella di considerare la donna sono all’interno della dicotomia madre / prostituta, giudicando la persona sulla base della sua presunta moralità o immoralità sessuale.
Ma quella più evidente e che, ancora oggi, fa TROPPE vittime è quella che si manifesta attraverso la violenza sessuale o l’omicidio, quest’ultimo che va ormai universalmente sotto il nome di femminicidio. L’attenzione sui casi di omicidio e violenza – che per la maggior parte avvengono ancora in ambito familiare, secondo le statistiche – viene tenuta alta anche grazie alla giornata contro la violenza sulle donne o a movimenti femministi di denuncia degli abusi e rivendicazione dei diritti.
Di Aurora Vitagliano