DAL DIARIO DI MIA NIPOTE. “Di Giusy Ferrara”
18 Maggio 2061
Caro Diario,
Oggi a scuola abbiamo studiato una pagina di storia che io conoscevo già, perché la nonna me lo ha già raccontato un paio di volte.
Quando la maestra ha parlato dell’epidemia del 2020 io ho subito alzato la mano.
Nonna se lo ricorda quel periodo, dice sempre che il nonno ne ha sofferto di più.
Quando quel brutto virus, il Cov19, ha iniziato a infettare tutti, il mondo si fermò: le scuole erano chiuse (questa è una cosa che mi piacerebbe anche ora!), i negozi, i ristoranti… Tutto chiuso. Non si poteva più uscire e c’erano i militari sotto casa per tenere rinchiuse le persone. Nonna dice era per controllare che non si infettassero tra di loro. Pensa che lei era contenta perfino di avere le videochiamate, così poteva parlare con zia e le sue amiche. Esistevano ancora le videochiamate! Si vede che la nonna è vecchia.
Però lei dice che le persone si ammalavano tanto e a volte morivano, e che dovevano morire da sole perché in ospedale non si poteva andare a trovare nessuno.
Questa è una cosa brutta.
Non esistevano ancora medicine per quella malattia e per evitare di ammalarsi le persone non potevano toccarsi e dovevano tenere sempre una maschera davanti alla bocca e al naso che non le faceva respirare bene.
Davanti casa mia c’è un albero di limoni e a me piace tanto sentire il profumo dei limoni! Io quella maschera non me la metterei se non potessi sentire i profumi.
Per fortuna la maestra ci ha detto che dopo due anni inventarono un vaccino, una medicina che non faceva ammalare le persone. Lo dovevano fare tutti, in tutto il mondo!
Però grazie a quella medicina i negozi riaprirono e le persone potevano viaggiare di nuovo. Non so quando si tolsero le maschere ma oggi noi non le portiamo più.
La nonna e il nonno si guardano sempre quando raccontano questa storia, forse perché loro se la ricordano bene…
Adesso devo andare, mamma mi sta chiamando.
Spero di essere interrogata sull’epidemia del 2020, così prendo un bel voto.